Non molti anni or sono i birrifici artigianali in Italia erano pochi, meno di 20. Qualche birra di importazione particolare si poteva ritrovare solo in pochissime "oasi" birrarie di illuminati publican. Gli homebrewers erano probabilmente un migliaio in totale e si ritrovavano quasi clandestinamente come carbonari. Il consumatore medio non aveva mai visto una birra non pastorizzata, e pensava che la birra venisse fatta distillando il luppolo.
Unire gli sforzi di tutti, degli appassionati, dei pochi imprenditori, dei birrificatori casalinghi è stato naturale: bisognava fare conoscere l'esistenza di un altro mondo birrario oltre ai vari heineken, sab miller, carlsberg, interbrew... C'erano praterie deserte da conquistare alla cultura birraria!
In pochi anni dopo molta birra è passata nelle ugole. i birrifici artigianali in Italia si sono moltiplicati, arrivando a diverse centinaia di unità e rappresentano più o meno il 3% della produzione nazionale. Numerosi importatori offrono al consumatore produzioni europee e d'oltreoceano. L'intero settore della birra artigianale e di qualità è in crescita mentre la vendita di birra industriale ristagna. I microbirrifici vanno sui telegiornali e fanno tendenza!
Ovviamente, come in ogni altro settore, ci sono diversi attori e ognuno persegue i propri legittimi interessi:
i produttori (birrai) hanno interesse a massimizzare il proprio profitto e in ciò si aiutano anche attraverso associazioni di categoria che raccontano al consumatore come è bello e buono il loro prodotto, come si degusta, come è interessante e rende speciali consumarlo.
Gli importatori e i commercianti fanno più o meno lo stesso, sempre legittimamente, e in più vendono ai birrai servizi, spazi e visibilità nelle manifestazioni, su riviste, in televisione. Sempre con l'ottica di massimizzare il profitto d'impresa.
Poi ci sono i consumatori che - ad oggi - non parlano con voce unitaria. Forse anche perchè qualcuno ancora equivoca i ruoli, vede altri soggetti non propriamente "indipendenti" che suggeriscono quali scelte di consumo fare: stilano classifiche, fanno concorsi, danno medaglie.
MoBI, Movimento Birrario Italiano nasce in modo spontaneo da consumatori consapevoli con l'intento di rappresentare i legittimi interessi dei semplici consumatori di birra:
promuovere la cultura birraria
- promuovere la birra di qualità
- promuovere il consumo consapevole di birra
rappresentare gli interessi dei consumatori di birra
- promuovere l'accesso ad una ampia offerta birraria
- incoraggiare un corretto livello dei prezzi al consumo
- incoraggiare una informazione adeguata e trasparente sui produttori, sui metodi produttivi e sul prodotto birra
promuovere la produzione casalinga di birra (homebrewing)
- incoraggiare lo scambio di informazioni sui metodi produttivi
- promuovere l'accesso ad una ampia offerta di attrezzature e materie prime
favorire la crescita di degustatori consapevoli
- incoraggiare lo scambio di informazioni riguardanti produttori e birre
- promuovere la formazione di degustatori
- promuovere la creazione e la crescita in Italia di realtà associative locali aventi i medesimi scopi statutari dell'Associazione
diffondere la propria attività anche attraverso
- organizzazione di rassegne, seminari, convegni, concorsi
- organizzazione di corsi
- attività editoriale (periodici e testi specialistici)
Il Consiglio Direttivo di MoBI:
Gianriccardo Corbo (Presidente)
Norberto Capriata (Vicepresidente)
Anna Borrelli (Segretario)
Simonmattia Riva
Angelo Ruggiero